Discorso per innaugurazione monumento a F. Hayez   (Pagine 18 )      Fonte : Atti della R. Accademia di Belle Arti - 1889

{\rtf1\ansi\ansicpg1252\deff0\deflang1040{\fonttbl{\f0\fnil\fcharset0 Arial;}} \viewkind4\uc1\pard\fs24 Discorso pronunciato dal Signor Marchese Senatore Emilio \par Visconti Venosta, Presidente della R. Accademia di Belle \par Arti, il giorno 10 febbraio 1890, per I' inaugurazione del \par monumento a Francesco Hayez (1). \par Oggi, o Signori, dal Comitato Promotore e dal nostro Isti \par tuto si inaugura, alle porte di questo Palazzo, il Monumento \par a Francesco Hayez. \par L' Accademia ha creduto opportuno di tenere in questo \par giorno la sua distribuzione dei premi , ritardandola oltre i \par termini consueti, per associarsi a questa solennit\'e0, per ren \par dere omaggio alla memoria dell' artista eminente che fu, per \par lunghi anni , suo Professore , che ne fu Presidente ed il cui \par nome \'e8 per essa un titolo di onore. \par Io ringrazio l'egregio Rappresentante del Governo e l'egre \par gio Rappresentante della Citt\'e0, gli Autorevoli Personaggi che \par ci onorarono della loro presenza, voi, Signore e Signori, che \par avete accolto il nostro invito , ed esprimo il nostro grato \par animo agli Istituti cittadini e agli Istituti artistici di Firenze, \par di Bologna, di Napoli, di Roma, alle Accademie di Roma, di \par Torino e di Bergamo, all' Associazione di Belle Arti di Fer \par rara, che vollero farsi rappresentare, e all'Accademia di Ve \par nezia , che volle essere presenti , con una sua Deputazione , \par a questo nostro convegno. \par Se Francesco Hayez potesse assistere alle onoranze rese \par al suo nome , egli non le troverebbe complete senza i rap \par presentanti di Venezia, della sua citt\'e0 nativa, da cui rimase, \par per molti anni della vita , lontano, ma a cui tornava sempre \par i1 suo pensiero, e che non poteva rivedere senza una intima \par gioia del cuore. \par I giovani che sono qui radunati non hanno conosciuto \par Francesco Hayez, nemmeno negli anni della sua verde vec \par chiezza. Ma i vostri maestri sono stati i suoi discepoli, e sono \par usciti dalla sua scuola molti tra i pittori provetti che tengono, \par nella nostra citt\'e0, il campo dell'arte. \par Dal quadro il Laocoonte che vinse nel 1812 H premio al \par grande concorso di quest' Accademia , al ritratto che , set- \par tant'anni dopo, lasci\'f2 sul cavalletto, la sua vita operosissima \par ebbe un posto cospicuo nella storia dell'arte italiana ai nostri \par tempi , il suo nome rappresenta per essa un periodo di tra- \par sformazione e di rinnovamento. Nella pittura la sua fu , per \par molti anni, la maggior fama artistica del nostro paese. \par Francesco Hayez nacque a Venezia nel 1791. \par Egli \'e8 dunque per voi , giovani ascoltatori , un antenato, e \par il pittore che abbiamo veduto, dieci anni or sono, pieno d'en- \par tusiasmo per l'arte sua, arguto e sereno, rapido nella parola \par e negli atti , tenere ancora vigorosamente il pennello e con- \par sigliare, con animo aperto e benev(do , i suoi discepoli , oc- \par cupa quasi colla sua carriera la storia artistica di un secolo. \par Egli crebbe e fu educato da fanciullo in casa d' LIDO zio \par negoziante di quadri antichi. Le disposizioni ch'egli dimo- \par strava, ammirando le tele che tappezzavano le pareti tra cui \par cresceva, indussero i suoi ad avviarlo nelle arti del disegno. \par Erano quelli tempi infelici per la pittura italiana. Il sette- \par cento era stato per essa il periodo della maggiore decadenza. \par Fatta eccezione di qualche ingegno migliore de' suoi tempi, \par le grandi scuole italiane erano, per lo pi\'f9, degenerate in \par un'arte decorativa, ultima eco immiserila dei lontani succes- \par sori di Pietro da Cortona. \par A Venezia per\'f2 la pittura parve attingere ancora , per \par qualche tempo , dal vecchio suolo qualche succo vitale , e \par sentii e ii riflesso del magico incanto che circonda k citt\'e0 \par della laguna. \par Si potrebbe dire che il Tiepolo , nel secolo scorso , colla \par vaga fantasia del suo colore, rappresent\'f2 le ultime pompe \par della Repubblica, mentre Antonio Canale, ritraeva l'immagine \par dell'antica Venezia e Pietro Long,hi dipingeva i costumi che \par il Goldoni faceva vivere sulla scena. \par Ma quando l' Hayez era un fanciullo, questi rappresentanti \par della pittura veneziana erano morti da un quarto di secolo. \par Dopo loro, gli scolai i dal Tiepolo e anche dal Piazzetta \par decadevano nel barocchismo , mentre qualche altro artista \par senza uscire dalla mediocrit\'e0, cercava di ricondurre la pittura \par a mio stile pi\'f9 corretto o cominciava a seguire gli esempi \par di quella scuola pittorica, desunta dalla statuaria antica, che \par prevaleva nel resto d' Italia e che a Venezia poteva parere \par pi\'f9 esotica che altrove. \par L' Ela?ez a cinque anni, e se ne rammentava, aveva veduto \par il Doge discendere dal Bucintoro e i senatori colle toghe \par rosse che egli era destinato a 0into dipingere pi\'f9 tardi: vide, \par sulla Piazza di S. Marco , i soldati repubblicani di Francia \par gli Austriaci della pace di Campoforano e, pi?.: tardi, le truppe \par del Regno d' Italia. \par H Governo II p )leoni co favoriva l' arte , un' arte alquanto \par disciplinata, come il resto, che doveva concorrere allo splen- \par dore di un grande regime e celebrare, in stile eroico, i fasti \par dell'antica Roma e del nuovo Impero. A Venezia venne fon- \par data un'Accademia , il cui presidente fu il Conte Cicognara \par che rappresent\'f2 con onore , in principio di questo secolo \par gli studii storici e l'erudizione dell'arte. \par L' Hayez comp\'ec in essa i suoi studii sotto la guida del \par Matteini, toscano, professore di pittura, che era stato disce- \par polo di Pompeo Batoni. E quando l'Accademia bandi il con- \par corso per le cos\'ec dette pensioni di Roma , Ifayez si fece \par innanzi, e vinse le difficili prove. \par Nel 1809, a diciott'anni, il giovine artista usc\'ec, per la prima \par volta, dalla stia Venezia, e si rec\'f2 a Roma , anunirando per \par via gli antichi capilavori dell'arte italiana e visitando gli ar- \par tisti in quei tempi famosi. \par La pittura seguiva allora i precetti del francese David, che \par era considerato, e a ragione , come il primo maestro dell' e- \par poca , e che aveva voluto ricondurre l' arte a un' ideale pi\'f9 \par virile e pi\'f9 forte , facendole parlare il linguaggio greco e \par romano, caro agli uomini della Rivoluzione e dell'Impero. In \par questa scuola il colore e la luce , l' espressione e la verit\'e0 \par erano sacrificate all' attitudine scultoria , al gesto maestoso, \par alla rigida precisione del contorno. \par A Firenze l' Hayez entr\'f2 nello studio del Benvenuti, artista \par di molto ingegno , che stava colorando un gran quadro gi\'e0 \par prima tutto dipinto a chiaroscuro come un bassorilievo. A \par Roma fu accolto benevolmente dal Camuccini, che temperava \par la durezza del sistema coll'imitazione di Raffaello. Il giovine \par veneziano , che aveva ancora negli occhi i dipinti ammirati \par nelle chiese e nei palazzi della sua citt\'e0, si avvicinava con \par riverenza alle soglie di queste celebrit\'e0, ma ne usciva, suo \par malgrado, poco pago e i dubbii si mescolavano al rispetto. \par Gli pareva di vedere, al di l\'e0 di quella scuola, un'arte m cui \par l' ispirazione fosse meno soffocata dalla regola , un' arte pi\'f9 \par spontanea e pi\'f9 viva, un colorito meno duro e pi\'f9 vero. \par A Roma il protettore dell' Hayez fu un artista che si pu\'f2 \par dire grande dinanzi a ogni scuola, il Canova, a cui il conte \par Cicognara l'aveva raccomandato, e che gli divenne amico e \par consigliere amorevole. Lo scolare disegn\'f2 nei Musei, rimase \par per un anno, ammaliato, a studiare nelle stanze di Raffaello, \par con quel culto laborioso dell' arte che lo accompagn\'f2 per \par tutta la vita. \par I giovani artisti convenivano allora in Roma da ogni parte \par di Europa , vivevano uniti per nazione , si vestivano alla \par Raffaello per distinguersi dai semplici mortali , disputavano \par ardentemente intorno ai loro ideali , e tra i romani erano \par frequenti le risse per sapere chi fosse pi\'f9 grande pittore del \par Camuccini o del T,andi. \par Coloro che appartenevano al Regno d' Italia si radunavano \par nella loro Accademia e gareggiavano in esercitazioni arti \par stiche Si sceglieva un argomento ; dopo otto giorni , tutti \par dovevano portare sii quel soggetto una composizione dipinta \par o in disegno. Il giudizio era tra pari ; i giovani stessi deci \par devano e conferivano il premio , pronunciando ad alta voce \par le ragioni del loro giudizio , e poi si ricominciava con un \par offro argomento. L' Havez , in et\'e0 matura e professore nella \par nostra Accademia volle introdurre questa gara tra i suoi al \par lievi. Ma smise, lagnandosi di non trovare tra essi il fuoco \par sacro che animava , al tempo loro , i suoi coetanei. Che \par avrebbe detto quando, un po pi\'f9 tardi, i Regolamenti mini \par steriali vietarono ogni studio della composizione come un \par esercizio pericoloso ! \par Nel 1812 1' Hayez, incoraggiato dal Canova, incoraggiato \par dal Cicognara, che do Venezia si interessava a lui, concorse \par al gran premio , dell'Accademia di Milano , inviando il suo \par Laocoonte, che ancona si vede in queste sale. Il quadro parve \par subito degno d'essere prescelto. Ma v'era un altro Laocoonte \par non privo di meriti, del De Aritonr , allievo di Appiani, che, \par di certo, aveva aiutato colla sua l'opera dello scolaro. Come \par far dispiacere all'Appiani? La difficolt\'e0 fu superata ottenendo, \par per quell' anno , dal Vicer\'e8 due grandi medaglie ; e non fu \par quello, d'allora in poi, I' ultimo degli impicci m CUI si trov\'f2 \par l'Accademia nel conferire i suoi premi. \par L' Hayez. in Roma visse coi pi\'f9 rinomati artisti , in quella \par proficua famigliarit\'e0 che unisce i giovani ai provetti. Strinse \par col Palagi nn' amicizia che dur\'f2 tutta la vita , conobbe , per \par non nominarne altri molti , rl Minardi , il Pinelli , fu amico \par dell' Ingres , che ebbe tanta parte nella storia della pittura \par francese moderna. Egli studiava , con animo indipendente , \par tra questi ingegni e queste maniere diverse , ma pure unite \par da quel legame segreto che associa , agli occhi dei posteri , \par le opere d'uno stesso tempo. \par Nei sette anni in cui dimor\'f2 a Roma, 1' Havez incominci\'f2 \par e condusse a termine parecchi dipinti. Io non ne parlo, per non \par fare troppo lungo discorso. Essi contenevano le promesse \par dell'avvenire ed erano il prodotto complessivo della educazione \par ricevuta e di una tempra d' ingegno che , per forza propria , \par cercava una maggiore novit\'e0 nel comporre e nel colorire. \par Ma i grandi avvenimenti della politica e delle armi si fanno \par sentire anche nelle vite pi\'f9 tranquille. IIayez stava compiendo \par un gran quadro rappresentante Ulisse nella Reggia di Alciuoo \par Re dei Feaci , quando 1' Impero napoleonico cadeva e il \par cannone degli alleati rintron\'f2 sotto gli atrii dove sedeva a \par banchetto il padre di Nausica. \par I giovani mandati e protetti a Roma dai Governi distrutti \par guardavano incerti l'avvenire. Ma, appunto allora, il Municipio \par di Venezia , per festeggiare le quarte nozze dell' imperatore \par Francesco I, aveva deliberato di ornare il Palazio reale d'o \par pere affidate ad artisti veneti. L' Ilayez , il cui nome era gi\'e0 \par salutato con lieti auspicii dai suoi concittadini, f'a.r tra i chia \par mati. Egli , che aveva chiuso frattanto il romanzo della sua \par giovent\'f9 a Roma sposando una giovinetta che amava, rivide \par la sua nativa citt\'e0 , pieno di speranze, pago nei suoi affetti , \par coll' animo di chi doveva poi sempre cercare l' ispirazione \par dell'arte piuttosto nella pace che nelle tempeste della vita. \par A Venezia pass\'f2 tre anni , e li impieg\'f2 tutti , secondo le \par commissioni che riceveva, nell'eseguire a fresco molti dipinti \par decorativi in palazzi pubblici e privati. i\\'Ia se questi lavori \par giovavano a dar pratica e franchezza , erano pur sempre la \par vori affrettati. \par Il giocane artista , nella sua coscienza schietta e modesta , \par temette di smarrirsi nelle facili vie del manierismo , di sca \par dere dagli studii pi\'eci severi fatti sino allora. E rinunciando \par alle commissioni ed ai lucri, volle consacrarsi ai quadri pen \par sati, allo studio del vero, alle opere in cui potesse esprimere \par tutte le forme predilette del suo Pensiero. \par L' Hayez, oramai padrone di s\'e8, era giunto a quell' ora \par decisiva , nella quale un artista , se ha una fatza vera e sua \par nell'ingegno, si apre la strada che \'e8 poi chiamato a percor \par rere. Lasci\'f2 da un canto gli argomenti greci e romani, pre- \par scelse un soggetto tolto dalla storia veneta, e pens\'f2, che se \par la scuola classica aveva liberato 1' Italia dal barocchisrno \par ora bisognava ricondurre la pittura a una maggior l erit\'e0 \par Cerc\'f2 nella composizione la semplicit\'e0, liberandosi dalle re \par gole pedantesehe nemiche del moto e della vita, studio 1'ar \par monia dei colori e delle linee come la sentiva , senza tener \par conto dei soliti precetti. \par L' IIayez desiderava, in quel tempo di conoscere gli artisti \par della capitale lombarda, di rivedere l'amico suo Palagi. Egli \par culle, nell'estate del 1820, a Milano, port\'f2 seco il suo quadro \par e lo mostr\'f2 al pubblico nell' Esposizione di Brera. \par L' Hayez giungeva nella nostra citt\'e0 in buon punto. \par Erano quelli i giorni in cui ferveva la grande lotta dei ro \par mantici. Parliamone con rispetto e con affetto , o Signori. I \par romantici erano l\\'lanzoni, Grossi, Carlo Porta, Giovanni Ber \par chet , Torti , Ermes Visconti , il pi\'f9 profondo critico della \par scuola , dopo il Manzoni erano Silvio Pellico , Borsieri , ai \par quali il fato schiudeva gi\'e0 tacitamente le porte dello Spielberg. \par Prima che fosse dispersa dalle prigioni e dall' esilio , una \par eletta accolta di ingegni teneva vivo in 1VIilano un moto di \par studii, di idee, di speranze non municipali , che si ripercuo \par teva su tutto il pensiero italiano ; poich\'e8 la cultura e I' arte , \par la scienza e 1' idealit\'e0 fanno le capitali morali, i denari e gli \par affari non bastano. \par I romantici, gli stessi che vagheggiavano un'Italia moderna, \par redenta , domandavano per la societ\'e0 italiana una letteratura \par che esprimesse la verit\'e0 dei suoi pensieri , e dei suoi senti \par menti. I tipi astratti e rettorici del classicismo potevano ve \par stire qualche virile protesta o qualche collera generosa , ma \par non potevano contenere le idee e gli affetti della civilt\'e0 mo \par derna. Il simbolismo pagano poteva ricevere ancora uno \par sprazzo di luce dall' anima ellenica del Foscolo, ma non po \par teva essere la foriera viva di quegli ideali che rischiarano i \par sentimenti e le credenze dei nostri tempi. I romantici dunque \par invocavano una letteratura la quale avesse per oggetto quel \par vero che, interessando gli intelletti ed i cuoi i, li solleva e li \par educa e richiamavano la forino e l'espressione alla semplicit\'e0 \par e alla naturalezza. \par L' amore della realt\'e0, dopo tante favole e tante allegorie \par mitologiche , attrasse il romanticismo verso la storia; la let \par teratura romantica fu principalmente storica e proclive a \par cercare nello storia la base della invenzione poetica. \par I grandi poeti greci e romani furono altamente nazionali \par perch\'e8 presero i loro soggetti nelle tradizioni che avevano \par per essi e pei loro popoli il valore degli avvenimenti reali. I \par romantici partivano da questo esempio per sostenere che al \par l' arte dei nostri tempi spettava di preferenza quel campo , \par tanto pi\'e0 vasto , che non appartenne agli antichi , la storia \par del Medio Evo e la storia Moderna vicine alle nostre idee, \par ai nostri sentimenti , unite a noi dal legame della comune \par civill\'ecr cristiana, parte viva della nostra storia nazionale. \par In questa tendenza storica del romanticismo ebbe parte lo \par studio quasi nuovo allora e appassionato delle letterature \par straniere. Ma vi fu anche un'altra e potente ragione. L.'Italia \par moderna non poteva tifarsi coi pensieri di Timoleone e di \par Bruto. Ma quanti insegnamenti scaturivano dalle antiche gran \par dezze e dalle sventure italiane ! Le invenzioni dell'arte nlne \par state siigli avvenimenti del nostro passato potevano, anche \par in presenza degli ombrosi padroni , parlare ali' Italia vivente \par dei suoi dolori, delle sue speranze immortali. \par II romanzo storico dunque, il dramma storico, furono le forme \par predilette della letteratura romantica. ll romanzo storico \'e8 oggi \par passato di moda. Alla storia preferiamo ora di non chiedere \par altro che la storia e al romanzo la descrizione della societ\'e0 in \par cui viviamo. Le difficolt\'e0 insite nel romanzo storico sono cono \par sciute. 1 arduo il dare la vita ai costumi e ai caratteri delle epo \par che lontane, il pensiero e il linguaggio agli uomini d'altri tempi, \par pi\'f9 arduo ancora ]'accordare l'unit\'e0 della composizione con due \par elementi non omogenei tra loro, come sono 1'immaginato e l'ac \par caduto. Se la storia predomina, l'arte \'e8 sacrificata, se predomina \par la fantasia, \'e8 facile lo sdrucciolo nel convenzionale e nel falso. \par Alessandro Manzoni , che doveva scrutare , con s\'ec acuta \par critica, queste difficolt\'e0, le aveva gi\'e0 superate, scrivendo un \par libro immortale, nel quale tutto \'e8 vero secondo i luoghi e i \par tempi descritti , ma tutto \'e8 anche vero secondo la verit\'e0 ge \par nerale ed eterna dell'umana natura. \par L' Hayez non si era addentrato nel fitto delle teorie este \par tiche e storiche che si discutevano in quei tempi, non aveva \par forse letto il Concilialore , gi\'e0 soppresso dalla Polizia au \par striaca quand'egli giunse a Milano. \par Ma agli eroi delle tragedie classiche facevano riscontro le \par figure scultorie ed enfatiche della pittura classica , al simbo \par lismo mitologico le insipide allegorie deli' Olimpo. Appena \par I'impulso spontaneo del sito ingegno si fece strada tra le re \par miniscenze che dominano i primi anni giovanili , egli aveva \par sentito che la scuola , nella quale era stato educato , si era \par fatta vecchia oramai. E per quell' influsso che domina nel \par l'ainbiente morale di un'epoca, il suo sentimento artistico nella \par pittura si trovava concorde col sentimento artistico che pre \par valeva nella nuova scuola letteraria. \par Fu grande il successo ottenuto dai primi quadri esposti \par dall' Hayez nella nostra citt\'e0. Coloro , che aspiravano a rin \par giovanire l' arte italiana, riconobbero III Ossi 1' emancipazione \par dai lleddi precetti accademici , 1' incarnazione nella pittura \par delle loro idee predilette, delle loro tendenze. \par E l' Hayez , alla sua volta , nelle ragioni di quell' applauso \par acquistava una pi\'f9 chiara coscienza di quanto gli era stato \par suggerito da un senthnento d'arte spontaneo. \par Forse l innovazione operata dall' Hayez non era una cos\'ec \par assoluta rivoluzione come allora pareva ; l' arte suole proce- \par dere per evoluzioni , e se i Nicini vedono bene le differenze \par i lontani talvolta vedono meglio le analogie , anche indirette. \par Ma se prima di lui , l'Appiani lasci\'f2 tra noi le sue nobili \par tradizioni , se del Bossi rimangono i ricordi di tin grande \par ingegno, se poi il Sabatelli diede al disegno e alla composi- \par zione un potente vigore, si deve per\'f2 riconoscere che l' Hayez \par ha segnato H passaggio dalla scuola classica che dominava \par nel primo ventennio di questo secolo alla pittura moderna, e \par che il suo nome vivr\'e0 congiunto alle origini di una trasfor- \par mazione di cui si giovarono pure coloro che hanno cercato \par dopo lui, intenti nuovi o diversi. \par Egli rappresent\'f2 nell' arte il romanticismo e , per meglio \par dire , il romanticismo quale \'e8 fiorito in Italia. La sua pittura \par storica ritrae gli affetti , i caratteri , ha le proporzioni episo- \par diche , le preferenze poetiche , e anche le mode del nostro \par romanzo storico , di cui i suoi quadri fin ono talvolta la ge- \par niale illustrazione. \par Anche della pittura storica si dice che \'e8 morta. lo non \par saprei, per verit\'e0, sottoscrivere a una cos\'ec assoluta sentenza. \par L'uno e l'altro gemere dell'arte pu\'f2 giudicarsi esaurito, quando \par si supponga che questi generi siano , di loro natura , fissi e \par sempre eguali a se stessi. Ma tali non sono. Una interna forza \par innovalrice li trasforma. La pittura dell'aneddoto storico, dopo \par aver avuto col romanzo storico la stessa ragione d' essere , \par potr\'e0 forse dividerne le sortii. Ma mi sarebbe duro- il credere \par che dal passato , da questo campo aperto alla fantasia evo- \par conico, non possa pi\'f9 giungere a un artista di genio qualche \par grande visione pittorica. \par La popolarit\'e0 che ebben i i quadri dell.flayez era certamente \par dovuta ai loro meriti ai tistici, alle innegabili e singola] i doti \par del pittore> alla novit\'e0 della maniera, del colorito, che lo di- \par stingueva tra i suoi contemporanei , alle sue composizioni \par semplici, equilibrate, chiare all' intelligenza, a un armonia di \par disegno e di linee non Furbata da mi' immaginazione troppo \par ardente, a uno studio del vero riguardoso e lontano da ogni \par immagine comune o volgare. Ma le sue opere destarono , al \par loro primo apparire, un cosi vivo interesse, anche perch\'e8 erano \par la rappresentazione di quei soggetti e di quei sentimenti in cui \par la fantaH a del pubblico amava allora cercare le sue commozioni. \par Dopo aver reso col Conte di Carm.agnola nn omaggio al \par capo della nuova scuola italiana , si ispir\'f2 con Schiller alle \par patetiche scene di Maria &t/Arda, e con Shakespeare \par pietosa leggenda di Gialietta e Romeo. \par Il Medio Evo, i \par .n cui il romanticismo cerc\'f2, con tanta pre- \par dilezione, il poetico e il pittoresco, diede l'argomento a molti \par Ira i suoi principali dipinti. E se torn\'f2 qualche volta ai sog- \par getti eroici, all'Aiace, e pi\'f9 tardi al Sansone, fu per rispon- \par dere alle critiche di coloro che lo accusavano di dipingere \par soltanto le figure piccole e di non saper affrontare le diffi- \par colt\'e0 del nudo. \par Tra le opere che illustrarono, in quel tempo, le lettere ita- \par liane, parve che il suo ingegno seguisse l'invito di una sipon- \par Lanosa simpatia per lo descrizioni romanzesche e per le ispi- \par razioni affettuose di Tommaso Grossi. Trov\'f2 nel Marco Vi- \par sconti il soggetto di talune delle tele da lui predilette , e nei \par Lombardi alla Prima Crociata il pensiero dello maggiore tra \par le sue opere , di quella in cui puo dirsi che egli abbia rias- \par sunto tutto il suo valore artistico, messo alla prova della pi\'f9 \par vasta e pi\'f9 varia tra le sue composizioni. \par Era vivo l'eco delle pugne, degli eroismi, degli ecciclii nella \par guerra per l'indipendenza della Grecia. Esisteva allora in Eu- \par ropa una generosa e liberale simpatia per i popoli oppressi. \par In quella storia vicina l'Italia vedeva s\'e9 stessa. Berchet aveva \par cantato nell'uomo di Parga i dolori degli esuli italiani : Byron \par e Santarosa erano morti per la Grecia. \par I ricordi e le scene della lotta magnanima attraevano \par Hayez : lo attraevano pel pensiero animatore, per la forma \par pittoresca , pel tipo dei personaggi. Egli dipinse gli esuli di \par Porga , la difesa di Missolungi , la strage di Patrasso , vani \par altri quadri minori, e toltine di queste composizioni si distin- \par guono, tra le altre sue, pel movimento e per l'energia. \par Ma gli argomenti suoi prediletti erano quelli tratti dalla \par storia Veneta , bella storia e gloriosa , di cui la leggenda e \par la fantasia letteraria fecero una miniera di poetici misteri e \par di episodii drammatici, che poco aggiungevano alla sua vera \par grandezza. \par A lui era caro l'evocare i ricordi della sua Venezia ; l in- \par tonazione , il colore , i tipi di questi soggetti gli erano fami- \par gliari ; la sua fantasia seminava trovarsi a suo agio quando \par tra i monumenti della poetica citt\'e0 , o nelle sale misteriose \par dei suoi Palazzi, dava vita ai vecchi Dogi e agli alteri e im- \par passibili senatofi. \par Io non potrei, o signori, parlarvi di tutte queste opere, n\'e9 \par farne l'esame critico, n\'e8 parlare parLitameute delle loro qua \par lit\'e0 e dei loro pregi. \par Ho cercato soltanto di accennarvi, come ho potuto, in quali \par epoche si svolse questa feconda vita di artista, sotto l'influsso \par di quali studii, di quali impressioni, e che posto a me sembri \par che occupi 1'I-Ia?ez, che cosa significhi il suo nome nella storia \par dell'arte italiana ai nostri tempi. \par Una volta apertasi la via , egli vi procedette con una co \par stanza di lavoro, con una alacrit\'e0 di ingegno che lo accom \par pagnarono fino agli ultimi limiti ci' una vecchiezza che non \par parve conoscere n\'e8 decadenze, n\'e8 stanchezze. La sua bella e \par onorata carriera pu\'f2 essere per tutti un insegnamento. \par La fama e gli applausi non turbarono il suo culto per l'arte, \par culto pieno di modestia, di coscienza e di sincerit\'e0 Non co \par minci\'f2 mai, egli scrisse, una tela senza terrore. LLe commis \par sioni che si affollavano non gli fecero mai affrettare un lavoro. \par Era suo principio che non doveva rincrescere il cancellare , \par e nel suo quadro La Sale dei Crociati pass\'f2 cl' un tratto la \par spugna su quindici o sedici figure , per rifarle pi' conformi \par al suo pensiero e al suo gusto. \par Da giovane, ma gi\'e0 artista applaudito, accoglieva i consigli \par dei maestri e anche degli emuli. Maturo d'anni, cerc\'f2 sempre \par il meglio cori tutte le sue forze , studiandosi , fino alla fine \par della vita, di riformare e di perfezionare il suo stile. Teneva \par in conto ed amava il giudizio del pubblico, perch\'e9 gli pareva \par che un'opera d'arte deve interessare e commuovere gli animi, \par e che le impressioni vive e vere degli spettatori fauno testi \par monianza se questo scopo \'e8 raggiunto. il favore in cui erano \par venuti e si mantenevano i suoi dipinti aveva incoraggiato , \par corn' \'e8 naturale , gli imitatori ; vi fu un tempo in cui , nella \par nostra citt\'e0, non c'era quasi altra scuola che la sua. Ma l'ancor \par proprio non gli ispirava iuta soverchia simpatia per le ripro \par duzioni pedisseque della sua maniera ; pensava che il pubblico \par suole stancarsi delle imitazioni e talvolta , attraverso le imi \par tazioni , anche del modello. Mostrava piuttosto un benevolo \par interesse per quei giovani che davano prova di una origina \par lit\'e0 loro propria , e sapevano unire alla disciplina del lavoro \par e dello studio l'indipendenza dell'ingegno \par Non ho bisogno di dire, o signori, per quante memorie il \par nome dell' Huyez \'e8 unito a questa Accademia. Nel 1822 , da \par poco arrivato a Milano, fu dal Sabatelli che doveva, per alcuni \par anni , allontanarsi dalla scuola , chiamato a supplirlo come \par professore di pittura. Da allora in poi fu , per sessant' anni , \par consigliere cieli' Accademia. Nominato professore , alla morte \par del Sabatelli, nel 1850, insegn\'f2 per trent' anni e negli ultimi \par tempi, fu anche presidente del nostro Istituto. \par Nella sua scuola l' insegnamento fu dato con paterna co- \par scienia e ricevuto con Li IP'!\tab rispetto. Oli artisti usciti dal \par suo studio conservarono tutti pel maestro un ricordo rico- \par noscente. Gli anni, la fama non lo avevano reso intollerante, \par n\'f2 esclusivo; ebbe sempre pei giovani l' animo aperto ed \par amico , pronto a riconoscere , a salutare con schietta soddi- \par sfazione ogni nuova speranza. E quando , testimonio quasi \par della vita artistica di un secolo , vide sorgere altre tendenze \par e\tab l' arte tentare altre vie , egli accolse con animo liberale le \par opere dei nuovi @Aiuti, accettandole in parte e in parte, come \par pu\'f2 supporsi., facendo le sue riserve. Solo parlando della sua \par scuola e dei suoi allievi, egli soleva ripetere modestamente \par \'ab\tab Io non posso insegnare che quello che so \'bb. E il vecchio \par maestro intendeva dire ch'egli poteva fornire ai giovani quelli \par che sono i mezzi certi e gl'insegnamenti necessarii dell'arte, \par ma che non presumeva di prescrivere loro quegli ideali e \par quelle predilezioni che si mutano e si trasformano coi tempi. \par Vi \'e8 una legge alla quale le opere d' arte non si possono \par sottrarre. Esse rimangono quali uscirono dalle mani di chi \par le ha create. Gli spettatori invece si succedono , e portano \par seco quel modo di sentire che \'e8 proprio d'ogni generazione. \par Il giudizio definitivo per\'f2 non \'e8 pronunciato n\'f2 dai contem- \par poranei, n\'e8 dai loro successori immediati. Quello che \'e8 de- \par stinato a vivere prende il suo posto in un giudizio pi\'f9 lontano \par nel tempo , che comprende, in pari modo, ed intende anche \par quanto , tra le azioni e le reazioni che si succedono in uno \par spazio pi\'f9 angusto, parve contradditorio ed opposto. \par Ma quando un artista ha, come l'Hayez, con una vita piena \par d' opere , con una manifestazione completa del suo ingegno, \par rappresentato un periodo del!' arte nel suo paese , iii modo \par che questo periodo non pu\'f2 quasi disgiungersi dallo opere \par SUO , allora i contemporanei hanno ragione di rendere testi- \par monianza ai posteri della fama di cui circondarono il suo nome. \par Il monumento che oggi inauguriamo , dovuto all' ingegno \par noto ed apprezzato tra noi del prof. Barzaghi, \'e8 un omaggio \par di riconoscenza all' uomo che rimane uho dei maestri della \par pittura italiana nel nostro tempo, che fu da giovane un an- \par tesignono della sua innovazione, che ow r\'f2 con tutta la vita \par l'arte e la patria, e a novantun'anni lasci\'f2 cadere il pennello, \par come l'antico lavoratore lascia cadere le braccia al tramonto \par d'una lunga e serena giornata. \par \par }